Lo Yoga dell'azione

[Bhagavadgītā]

In questo passo del secondo canto della Bhagavadgītā Kṛṣṇa presenta ad Arjuna la via dello Yoga dell'azione.

Certo hai diritto all’azione, ma non ai suoi frutti. Non devi agire per ottenere i frutti dell’azione, ma non devi nemmeno attaccarti alla non azione.

Stabilito nello Yoga, o Arjuna, agisci avendo abbandonato ogni attaccamento, in modo tale che siano uguali il successo o il fallimento. Questa imperturbabilità è chiamata Yoga.

L’azione è di gran lunga inferiore allo Yoga dell’intelletto.1 O Arjuna, prendi rifugio nell’intelletto. Coloro che agiscono mirando ai frutti dell’azione sono ben miseri.

Colui che è saldo nell’intelletto getta via sia i buoni che i cattivi risultati dell’azione. Quindi impegnati nello Yoga. Lo Yoga è la capacità di agire con arte.2

 

1 Il termine sanscrito è buddhi, la parte della mente capace di discriminazione.
2 Kauśalam: arte nel senso di destrezza, abilità.

Bhagavadgītā, canto II, vv. 47-50. Traduzione di Antonio Vigilante. Licenza CC BY-SA 4.0 International.