Mencio

Mencio, ritratto da “Half Portraits of the Great Sage and Virtuous Men of Old” (至聖先賢半身像), conservato nel National Palace Museum (Taiwan). Pubblico dominio.

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L’eredità di Confucio

I segnali di crisi politica dell’epoca di Confucio sfociano nel Periodo degli Stati combattenti, un’epoca nella quale gli stati più potenti si contendono il controllo della Cina; ma è anche un periodo di grande riflessione e di sviluppo del pensiero filosofico, con una molteplicità di posizioni. Per indicare questa ricchezza di pensiero tradizionalmente si parla delle Cento scuole. Non furono cento, ma il dibattito filosofico fu articolato e ancora di grande interesse.

Mencio (Mengzi, 380-289 a.C.) era originario di un paese non lontano dal luogo di nascita di Confucio e secondo la tradizione ne raccolse l’eredità diventando discepolo di un suo nipote. Non diversamente da Confucio viaggiò da un regno all’altro, offrendo i suoi servigi di letterato ai diversi sovrani. L’opera omonima che raccoglie il suo messaggio si propone di difendere il principio confuciano di umanità in un’epoca in cui la prevalenza dei conflitti favorisce il sorgere di teorie realistiche, quando non ciniche.

Al centro della sua riflessione è la bontà della natura umana.

La natura umana

Il frequente ricorso alla violenza da parte degli esseri umani è un dato di fatto. Bisogna dedurne che l’essere umano è naturalmente violento? Per Mencio non è così. L’essere umano è al contrario naturalmente spinto alla solidarietà e all’empatia. Per dimostrarlo il filosofo cinese fa ricorso a un interessante esperimento mentale. Immaginiamo un bambino che sta per cadere in un pozzo; nessuno, assistendo a una tale scena, riuscirebbe a restare impassibile; tutti proverebbero una forte angoscia. Siamo naturalmente inclini a desiderare il bene dell’altro, ed è per questo che la sventura altrui ci procura sofferenza.

Esistono in noi quattro germogli che sono la base di tutta la vita morale: il germoglio della compassione, da cui nasce il senso di umanità; il germoglio della vergogna, da cui nasce la giustizia; il germoglio della modestia, che è la base dei riti; infine il germoglio della distinzione tra vero e falso.

Ma se siamo naturalmente inclini a desiderare il bene degli altri, perché facciamo il male? Come mai diventiamo violenti? Anche a questa domanda Mencio risponde con un’immagine. L’acqua tende a scorrere verso il basso. Se la si colpisce, tuttavia, gli schizzi vanno verso l’alto. I germogli vanno curati per potersi sviluppare. Ma senza alcuna forzatura: non si può costringere una pianta a crescere, bisogna nutrirla quotidianamente in modo che si fortifichi piano piano, mentre un intervento più deciso potrebbe distruggerle.

L’etica dunque non interviene sulla natura umana, correggendola e combattendo gli impulsi e gli istinti. Al contrario: promuove lo sviluppo naturale di tutta la persona. Essa è l’essenza stessa della dignità umana:

Il pesce è ciò che desidero e anche la zampa d’orso è ciò che desidero: se non posso averli ambedue, lascio il pesce e prendo la zampa d’orso. La vita è ciò che desidero e anche la giustizia è ciò che desidero: se non posso averle ambedue, lascio la vita e scelgo la giustizia. (Mencio, Libro VI, 150, in Testi confuciani, p. 406).

Rinunciare all’etica, dal punto di vista di Mencio, vuol dire rinunciare alla propria stessa umanità. Vivere in queste condizioni vuol dire, di fatto, essere già morti.

Il cuore/mente

C’è in ognuno di noi la potenzialità di diventare pienamente buono, che per Mencio è tutt’uno con la realizzazione piena della propria umanità. Quello che distingue coloro che riescono pienamente in questa impresa dagli altri è la capacità di entrare in contatto con sé stessi. Mencio usa l’espressione ben xin (本心) per indicare il “cuore/mente originario”, la parte più intima e profonda di noi stessi. L’uomo comune è preso dall’esperienza sensoriale, immerso nel mondo esterno e distratto da esso. Lo xin è la capacità riflessiva. Non solo il pensiero, ma anche l’emozione e il sentimento, nella misura in cui però non sono immediati, ma diventano oggetto di riflessione. Non c’è una separazione o contrapposizione tra intelletto e sensibilità, mente e cuore. La parte più nobile di noi è al tempo stesso pensiero e sentimento, e solo seguendo entrambi possiamo realizzare perfettamente la nostra umanità.

Il potere

Il pensiero politico di Mencio è l’esito della sua concezione antropologica. Se l’uomo è naturalmente buono, compito del potere è favorire questa originaria bontà. Il ren confuciano è ancora per Mencio la base più solida del potere. Ma in un’epoca di feroci lotte, nella quale si diffondono concezioni politiche estremamente realistiche, Mencio non può sottrarsi alla questione dell’efficacia. Governare seguendo valori umanitari non vuol dire perdere autorità? Per Mencio è vero il contrario. Solo se tratta il popolo con umanità il principe riuscirà a legare a sé il popolo e ad ottenerne il favore. Pur pensando la società ancora in modo rigidamente gerarchico, Mencio riconosce una assoluta centralità al popolo. Se il sovrano ha il favore del popolo, vuol dire che è legittimato dal Cielo. Questo implica che, quando un sovrano si comporta in modo contrario al ren e alla giustizia e perde il favore del popolo, diventa un individuo comune, privo di qualsiasi autorità, e il popolo può rovesciarlo.

Bibliografia essenziale

Testi

Mencio, in Testi confuciani, UTET, Torino 1974.

Studi

Arena, L. Vittorio, La filosofia cinese. Da Confucio a Mao Tse-Tung, Rizzoli, Milano 2000.

Bo Mou (ed)., History of chinese philosophy, Routledge, Abingdon-New York 2009.

Cheng, Anne, Storia del pensiero cinese, tr. it., Einaudi, Torino 2000, 2 voll. Fung Yu-

Fung-Yu Lan, A history of chinese philosophy, Princeton University Press, Princeton 1952.

Bo Mou (ed)., History of chinese philosophy, Routledge, Abingdon-New York 2009.

Cheng, Anne, Storia del pensiero cinese, tr. it., Einaudi, Torino 2000, 2 voll. Fung Yu-

Fung-Yu Lan, A history of chinese philosophy, Princeton University Press, Princeton 1952.

Testi

Il bambino nel pozzo
Mandare in rovina sé stessi
Discussione con un seguace di Mozi

Focus

Mencio contro Mozi: amore universale o amore graduato?

 

Testo di Antonio Vigilante. Licenza CC BY-SA 4.0 International.