Spinoza e gli animali
Per Descartes gli animali sono semplici automi, esseri privi di anima. Dovrebbe derivarne la libertà assoluta di usarli per i nostri scopi e anche di ucciderli, e questa è stata in effetti la conclusione dei suoi seguaci, anche se il filosofo francese era personalmente vegetariano. E Spinoza? Etica:
[…] quella legge di non uccidere gli animali appare fondata più sulla vana superstizione e sulla femminea misericordia che sulla ragione. La ragione chi insegna che per cercare il nostro utile è necessario unirsi agli altri uomini, ma non agli animali o alle cose la cui natura è diversa da quella umana; ma con loro noi abbiamo lo stesso diritto che loro hanno con noi. Anzi, poiché il diritto di ognuno è definito dalla sua virtù o potenza, gli uomini hanno sugli animali un diritto molto più grande che gli animali sugli uomini. Non nego tuttavia che gli animali siano capaci di sentire; ma nego che per questo non sia lecito provvedere al nostro utile e far uso di loro quanto più ci piace e trattarli come più ci conviene.
I rapporti tra esseri umani ed animali sono dunque regolati unicamente dalla forza. Essendo più forte, l’essere umano può usarli come meglio crede. Il fatto che essi siano in grado di sentire, e dunque di soffrire, non rappresenta per Spinoza un freno all’azione umana né suscita qualche forma di compassione.